INDUMENTI SANITARI
Gli indumenti sanitari solitamente realizzati in tessuto non tessuto, quali i camici, copirscarpe e calzari impiegati dal personale sanitario, si classificano ai sensi del regolamento UE 425/2016, come dispositivi di protezione individuale (DPI) appartenenti alla terza categoria. Trattandosi di dispositivi di protezione individuale, preliminarmente all’immissione sul mercato, necessitano dell’effettuazione di testing e verifiche da parte di un organismo notificato riconosciuto a livello europeo. La loro fabbricazione, inoltre, deve essere conforme a specifiche norme di prodotto che nel caso specifico risultano:
- norma UNI EN 14126:2004 – requisiti e metodi di prova per indumenti di protezione, sia riutilizzabili che monouso, tali da fornire protezione contro agenti infettivi
- norma UNI EN 13688:2013 – requisiti generali per indumenti di protezione (ergonomia, resistenza agli strappi delle cuciture, etc).
Nella fase di emergenza COVID-19 la validazione straordinaria di tali DPI è affidata all’INAIL che, limitatamente al periodo di emergenza (attualmente fissato al 31/07/2020) è in grado di concedere autorizzazione alla produzione e commercializzazione in deroga alla normativa vigente ai sensi di quanto previsto dal Decreto legge n.18 del 17 marzo 2020 (art. 15).
Al fine di dare supporto alle aziende, in analogia a quanto già effettuato per le mascherine di tipo chirurgico, il nostro laboratorio si è quindi attrezzato al fine di effettuare prove su tessuti di indumenti sanitari di seguito elencate previste dalla norma UNI EN 14126:2014:
- prova di penetrazione sangue e fluidi corporei, attraverso il metodo di prova del sangue sintetico (ISO 16603:2004+UNI EN 14126:2004)
- prova di penetrazione virale ISO 16604 in condizioni di massima pressione sostenibili dal tessuto. Tale prova sarà effettuabile solo se il tessuto è in grado di sostenere la prova di cui al punto precedente.
Le prove sono da eseguire per lotti di produzione, ed è necessario 1 metro quadro di tessuto.